Giancarli Mauro

Benacquista, Mauro Giancarli e l’importanza del Team Manager in un gruppo sportivo.

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Donatella Schirra

Ufficio Stampa Latina Basket

Pubblicato il

Stagione 2022/23 - Serie A2

Mauro Giancarli, il Team Manager della Benacquista Assicurazioni Latina Basket, è alla sua ottava stagione in nerazzurro. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui tra ricordi passati ed esperienze recenti in funzione del suo ruolo all'interno del club.

La Benacquista Assicurazioni Latina Basket si appresta a iniziare la settimana che prelude al primo impegno ufficiale della stagione: la gara di Supercoppa in programma alle ore 18:00 di sabato 10 settembre al PalaBianchini, dove i nerazzurri riceveranno Chieti, compagine che in campionato militerà nel Girone Rosso.

Dal raduno dello scorso 11 agosto è trascorso quasi un mese e il ritmo delle giornate e delle settimane è diventato più intenso, il lavoro degli atleti, come quello dei dirigenti è in continuo fermento per arrivare pronti agli impegni ufficiali. Ed è proprio in questi giorni che abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con il Team Manager della Benacquista, Mauro Giancarli.

Mauro è un “veterano” del club pontino, è infatti alla sua ottava stagione in casa Latina Basket, ma di priva di ricoprire il ruolo attuale di Team Manager, è stato impegnato in qualità di allenatore nel settore giovanile.

La sua crescita nell’ambito della società latinense è stata costante e importante, tanto quanto lo è stata la recente esperienza a Treviso, dove ha seguito un Master Universitario di I Livello in Strategie per il Business dello Sport.

Giancarli è un ragazzo qualificato, affidabile, educato, un punto di riferimento per i giocatori e il perfetto collegamento tra la squadra e il Direttore Sportivo.

Giancarli Mauro (3)
Mauro Giancarli - Team Manager Latina Basket

Quattro chiacchiere con il Team Manager Mauro Giancarli

«Come ogni ruolo all'interno di un'organizzazione, anche quello del Team Manager ha degli aspetti piacevoli e altri più difficoltosi».

Mauro, fai parte della grande famiglia Latina Basket da diversi anni, 8 per la precisione, e hai iniziato con il ruolo di allenatore del settore giovanile, per poi diventare Team Manager della prima squadra militante in Serie A2. Come definiresti il tuo percorso in nerazzurro? Quali sono i ricordi più belli legati al periodo in cui allenavi?

«È stato un percorso sicuramente formativo e stimolante. Ho avuto la fortuna di collaborare con grandi personaggi a livello locale e non, anche per la parte di allenatore e assistente. In primis con Morassi, poi con Briscese e Di Manno, che sono tutti allenatori che hanno fatto le Finali Nazionali, quindi hanno molto da raccontare perché ne hanno fatte diverse, non una soltanto. C’è stata molta disponibilità da parte della società, per lavorare in autonomia e per sperimentare quello che apprendevo da chi era più bravo di me. Sicuramente il ricordo più bello è legato alla Finale Nazionale di Vicenza con il gruppo Under 20 Èlite, alla quale ho partecipato come assistente di Peppe (Coach Giuseppe Di Manno, ndr).  È la competizione più alta a livello nazionale cui può partecipare una squadra giovanile e viverla da dentro, seguendo gli orari, l’organizzazione, i tempi di recupero tra le partite ravvicinate, è stato come anticipare, in parte, quello che è stato il passaggio successivo in prima squadra come Team Manager».

Il ruolo di Team Manager è diventato nel corso degli anni, sempre più importante e rappresenta il punto di riferimento per gli atleti e il loro tramite con la dirigenza del club. Quali sono gli aspetti più soddisfacenti di questo lavoro e quali le situazioni di maggiore criticità?

«Come ogni ruolo all’interno di un’organizzazione, anche quello del Team Manager ha degli aspetti piacevoli e altri più difficoltosi. Le problematiche che si vivono nel quotidiano, dalle più semplici alle più elaborate, che devono essere risolte in tempi e modi utili, e i tempi sportivi sono diversi dalle tempistiche normali, sono sicuramente la parte più difficile da affrontare e gestire. D’altro canto, però, “se non c’è un problema, è un problema”, e con questo gioco di parole intendo dire che le difficoltà che possono presentarsi anche in trasferta, eventuali ritardi, problematiche durante il viaggio o in albergo aiutano noi addetti ai lavori a stare sempre sul pezzo, e la società a migliorarsi. La parte piacevole è rappresentata dalle vittorie, soprattutto quelle in trasferta, ma anche dalla riconoscenza dei giocatori, dal ricordo che hanno di te e del buon lavoro che hai fatto durante gli anni. Ogni piccola cosa, come allestire tutto bene, non uscire dalla tabella di marcia, il rispetto degli orari e la buona organizzazione, in minima parte aiutano la squadra a ottenere il risultato. Alla fine la parte più soddisfacente è la domenica alle ore 18:00, è la parte più bella del lavoro, tutti i problemi spariscono e si gioca la partita».

Nella passata stagione, dal mese di ottobre hai preso parte in modo marginale all’attività della società, per via del trasferimento a Treviso, dove hai preso parte al Master Universitario di I Livello in Strategie per il Business dello Sport. Che tipo di esperienza hai vissuto?

«Innanzitutto vorrei ringraziare la proprietà che mi ha permesso di fare questa esperienza senza alcun peso, senza nessuna accusa, nonostante la notizia sia stata comunicata l’estate scorsa, quando inaspettatamente sono stato preso per partecipare a questa avventura, quindi ringrazio la proprietà della possibilità che mi ha dato nel gestire questo impegno, partecipando anche alle trasferte che erano vicine a me. Ho apprezzato molto questa cosa, perché è sinonimo di fiducia e la fiducia non è mai scontata. L’esperienza a Treviso a livello formativo è stata super, mi ha lasciato tanto a livello di conoscenze e competenze. Mi ha insegnato come si gestiscono determinate dinamiche ad alto livello sportivo. Ho conosciuto corsisti come me ed è stata un’esperienza molto bella, perché vivendo insieme 24 ore al giorno per sei mesi, è stato come avere una seconda famiglia. Inoltre, il master mi ha insegnato a lavorare sotto stress, con ritmi serrati, cercando di spronarci a dare il nostro meglio a livello creativo e tecnico. Sotto questo aspetto l’esperienza vissuta con Latina Basket mi è stata molto utile».

Ora sei rientrato a tempo pieno, ritieni che il Master che hai seguito possa in qualche modo aiutarti nella gestione delle tue attività?

«L’aspetto che potrà essermi maggiormente utile per il mio ruolo all’interno di Latina Basket, rispetto a quanto appreso durante il Master,  è la gestione di un gruppo. Durante il Master abbiamo fatto molti progetti, tra cui uno con la Virtus Bologna, quindi proprio in ambito basket, durante il quale siamo partiti dalla programmazione e l’organizzazione di un’idea. Ognuno ha dovuto esporre, condividere, limare, adattare e confrontare la propria opinione con quella degli altri partecipanti, gestire conflitti, discuterne e trovare la migliore soluzione possibile. Tutto questo lo si ritrova all’interno di una squadra di basket, perché ci si confronta con persone, che hanno una vita privata, che possono avere una giornata  negativa o solare. Gestire tali dinamiche non è sempre facile, ma il Master mi ha dato tanto da questo punto di vista».

La squadra di questa stagione è quasi totalmente rinnovata, sarà quindi una ripartenza, o per meglio dire una ripresa, da tanti punti di vista. Sei pronto ad affrontare un’annata che, per via della riforma dei campionati, si prospetta più difficile rispetto alle precedenti?

«È una squadra giovane, ma al tempo stesso composta da atleti pronti a lottare e questo è sicuramente un buon segnale. Fall e Parrillo sono un buon mix di esperienza e sicuramente aiuteranno i giovani a entrare nella visione di gioco di Franco (Coach Franco Gramenzi, ndr). Certo sarà un’annata difficile, perché le tante retrocessioni mettono tutte le squadre con le spalle al muro, ogni ogni partita sarà una finale, per dirla in maniera forte, e non si potranno perdere punti per strada. Confidiamo nel fatto che i ragazzi diano tutto, come noi daremo tutto per loro».

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