Tricarico Francesco

Francesco Tricarico: «Fare l’assistente in Serie A2 esperienza formativa e gratificante».

Donatella Schirra

Donatella Schirra

Ufficio Stampa Latina Basket

Pubblicato il

Stagione 2022/23 - Serie A2

Per il giovane assistente Francesco Tricarico sta per iniziare la nona stagione in casa Benacquista Assicurazioni Latina Basket. Una crescita costante e un percorso formativo importante per un ragazzo che ha iniziato la sua avventura in nerazzurro fin dai tempi della scuola.

La Benacquista Assicurazioni Latina Basket si appresta a iniziare un’ulteriore settimana di preparazione, con gli atleti americani che sono arrivati da qualche ora in Italia e che, dopo l’espletamento delle visite mediche, si uniranno al resto del gruppo negli allenamenti.

Il ritmo in casa nerazzurra è scandito dai tempi delle sedute in palestra, degli esercizi all’aria aperta, degli allenamenti sul parquet del PalaBianchini e sono ritmi che il giovane assistente allenatore Francesco Tricarico conosce bene. Per Francesco è la nona annata in casa Latina Basket, e si è cimentato in diversi ruoli.

È stato giocatore prendendo parte a tutti i campionati giovanili, alla Finale Nazionale con il gruppo Under 17 Eccellenza con Coach Guratti e con il gruppo Under 20 Élite a Vicenza, con Coach Di Manno e alla conquista del titolo regionale con il gruppo Under 20.

È diventato poi allenatore del settore giovanile, creando con i suoi ragazzi un forte legame, che è rimasto indelebile anche a distanza di anni.

È poi approdato, la scorsa stagione, sulla panchina della Serie A2 in qualità di assistente allenatore seguendo gli insegnamenti di Coach Franco Gramenzi e Coach Giuseppe Di Manno.

L’esperienza prosegue anche per la stagione 2022/23 ed è per questo che abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui, parlando di bilanci e nuove aspettative.

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Coach Francesco Assistente Allenatore Latina Basket

Quattro chiacchiere con Coach Francesco Tricarico

«La prima stagione nel ruolo di assistente è stata estremamente formativa. Sono pronto a impegnarmi per continuare nel percorso di crescita e miglioramento anche in questa seconda annata».

Questa è la tua nona stagione in nerazzurro, considerando anche i trascorsi in veste di giocatore e di allenatore del settore giovanile, la seconda in qualità di assistente allenatore in prima squadra. La scorsa estate, quando eri in procinto di iniziare questo importante percorso, avevi espresso chiaramente il tuo entusiasmo e la grande voglia di imparare da due grandi maestri come Coach Gramenzi e Coach Di Manno. Ora, a distanza di un’intera stagione, qual è il tuo bilancio sull’esperienza vissuta?

«Il bilancio del primo anno direi che è più che positivo, sia dal punto di vista personale, che di squadra. Per quanto riguarda l’aspetto personale, venendo dal settore giovanile, il primo anno è stato un “catapultarsi” in una realtà ben diversa. Un mondo nuovo con giocatori grandi, professionisti che, ovviamente, approcciano lo sport in modo differente rispetto ai ragazzi. A livello formativo, con Franco e Peppe (coach Gramenzi e coach Di Manno, ndr)  è stata una vera e propria “scuola di basket”. Ho imparato a guardare le cose da un’altra prospettiva, a pensare e analizzare in maniera diversa. Me ne sono reso conto anche partecipando al secondo anno di corso per allenatori nazionali, in cui l’esperienza vissuta sul campo mi è stata molto utile. Per quanto riguarda l’aspetto di squadra, la prima non è stata una stagione semplice, perché si sono alternate strisce di sconfitte a strisce di vittorie importantissime che ci hanno portati a un passo dai playoff. Facendo, quindi, un riassunto dell’esperienza vissuta posso senza dubbio confermare che sia stata più che positiva».

Come è stato il tuo rapporto con i giocatori? È più semplice o più complicato essere giovane tanto quanto loro, o spesso più giovane di loro?

«Certamente non è facile essere giovane, e spesso più giovane dei giocatori. Se da un lato l’età può aiutarmi a sviluppare empatia ed entrare in connessione con loro, dall’altro è più difficile, in certi casi, riuscire a farsi ascoltare. Alla base c’è sempre il rispetto reciproco e alla fine l’età passa in secondo piano, anche con gli atleti più grandi, e si pensa soltanto a essere tutti in sintonia per mirare all’obiettivo comune. Nella quotidianità, ma anche durante le partite, non ci sono mai stati problemi. D’altro canto, avere 24 anni mi aiuta, e aiuta la squadra, a relazionarmi meglio con i ragazzi più giovani, perché l’approccio è diverso con i coetanei, con i quali riesco ad avere più feeling».

E proprio alla luce di quanto accaduto durante l’annata precedente, quali sono le aspettative, gli obiettivi, i buoni propositi per la stagione che è appena iniziata?

«Considerata l’annata precedente, abbastanza positiva, gli obiettivi e le aspettative di squadra sono certamente mirati al mantenimento della categoria provando anche al miglioramento del posizionamento dello scorso anno. Dal punto di vista personale, probabilmente non cambia molto rispetto all’anno scorso, l’obiettivo è sempre quello di crescere e migliorare. Ciò che può cambiare è che, avendo un anno di esperienza alle spalle, un bagaglio più ampio, e avendo capito meglio ciò che Franco e Peppe richiedono, magari posso riuscire ad avere un’integrazione maggiore all’interno del mondo squadra. Come obiettivo a breve termine, sicuramente, in questo mese di preparazione sarà importante creare un ottimo gruppo squadra, anche fuori dal campo. La coesione è un fattore determinante, che consentirà alla squadra di lavorare e combattere insieme, e l’uno per l’altro, durante tutto il campionato».

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